QUELLA STRANA ASSONANZA TRA NO TAV E NO VAX
A Roma si dice “Dimme er Pantheon non la Rotonda”, per intendere “parla chiaramente e dimmi come stanno le cose realmente”.
Sono anni che si parla del TAV come di un’opera destinata al trasporto merci inutile e costosa.
Qualcuno, compreso il sottoscritto, sostiene da tempo che si tratti di un’opera militare a tutto vantaggio della Nato.
Più volte nel tempo ho rilanciato questo articolo che credo in pochi abbiano letto data la lunghezza e la complessità
Ne estraggo qualche passaggio, consigliandone comunque la lettura integrale.
Perché è una infrastruttura prioritaria? E cosa vuol dire l’Unione europea nel suo insieme?.
Leggerò la questione TAV, tratto Torino-Lione, cercando di rispondere alle due domande e proporrò una lettura della TAV tenendo presente l’intero Corridoio V( di cui fa parte), che unisce Lisbona e Kiev, con particolare attenzione all’Italia e al suo territorio strategico in direzione dell’Est – Europa, del Mediterraneo e del Medio Oriente.
Dirò subito che l’intero Corridoio V non è strategico per l’Unione europea, perché l’Europa non è un soggetto politico unitario, né costituisce un polo di potenza con una propria strategia, quanto per gli USA, via Nato, per penetrare ad Est dell’Europa, contrastare le potenze mondiali emergenti (soprattutto Russia e Cina) e ritardare le lagrassiane fasi, multipolare e policentrica, per l’egemonia mondiale (insieme ad altre acquisizioni di territori per gli obiettivi di lunga strategia di conflitto con i poli di potenza emergenti). Non a caso Zbigniew Brezezinski, con chiarezza imperiale, ritiene che l’area attraversata dai Corridoi I, V e “dei due mari” sia il centro critico della sicurezza europea per: << L’obiettivo strategico fondamentale dell’America in Europa [ che] consiste quindi, molto semplicemente, nel rafforzare, attraverso una più stretta collaborazione transatlantica, la testa di ponte americana sul continente euroasiatico, in modo che un’Europa allargata possa servire a estendere all’Eurasia l’ordine
[…] Non c’è una ragione seria e scientifica perché la TAV Torino – Lione si debba fare!.
Allora, perché la TAV va fatta? Perché si ripete quello che è successo a Sigonella con la costruzione del nodo europeo del sistema di comunicazione globale?; a Vicenza con la costruzione della più grande base USA in Europa (sui terreni dell’ex aeroporto “Dal Molin”), che insieme a quella della Nato di Aviano costituiscono una sorta di hub dell’area mediterranea?; a Taranto dove la situazione si sta indirizzando sempre più verso la trasformazione da polo siderurgico di livello europeo a polo USA-NATO?; a Niscemi ( Caltanisetta) con la costruzione del Muos ( Mobile User Objective System ), un potentissimo sistema di comunicazione militare di ultima generazione messo a punto dal dipartimento della Difesa degli Stati Uniti?; per non parlare della riconsiderazione e del riposizionamento della base di Gaeta e dei comandi USA di Napoli e Taranto. Non è un caso che le basi Nato e Usa in Italia siano oggetto di interventi di elevato valore che corrisponde ad una elevata importanza delle stesse per le strategie USA.
Per capire perché i nostri decisori hanno decretato la realizzazione della TAV Torino – Lione del Corridoio V, in esecuzione delle strategie dei pre-dominanti americani e sub-dominanti europei, occorre situarsi, per quanto detto sopra, nel vivaio del conflitto strategico … In questa fase multipolare, essi [l’insieme del Corridoio V, in particolare, e, in generale, i corridoi europei] nascondono l’uso politico militare degli agenti strategici (23): la penetrazione ad Est per chiudere il cordone militare alla Russia, attraverso il tentativo di fare entrare nella Nato un paese importante come l’Ucraina. << Come è noto, il rafforzamento delle relazioni con gli USA crea continui motivi di conflitto con Mosca, che teme ovviamente la cosiddetta “cintura speciale” degli stati membro della NATO attorno alla Federazione Russa, dall’Ucraina alle Repubbliche Baltiche, al Caucaso, con la chiusura o la riduzione di tutti gli accessi al mare, dal Baltico al Delta del Danubio, fino al Caspio e il problema dei gasdotti.
I corridoi trans europei programmati sul territorio italiano ( Corridoi: V, I e dei “due mari” ) sono al servizio di tutte le basi Nato ed USA. L’innervamento delle basi americane sul territorio italiano, per l’importanza che esso assume nelle strategie di dominio, è la continuazione di quel lungo processo di strategia globale iniziato con la liberazione e l’occupazione dell’Italia nella seconda guerra mondiale, con lo sbarco in Sicilia nell’estate del 1943 (25); allora, in funzione delle strategie contro il comunismo ( quando la Russia era una promessa, la Cina una poesia e il comunismo il paradiso terreste, cantava Giorgio Gaber), oggi, in funzione delle strategie di conflitto contro gli attori globali emergenti ( soprattutto Russia e Cina ) per il dominio mondiale.
Il loro approntamento accelera la lenta e costante americanizzazione del territorio italiano ed europeo. Il declino delle città storiche europee ed italiane verso una configurazione di città MEGA (26) comporta una nuova idea di città e di territorio europeo sul modello americano ( penso, per esempio, alle mutazioni che hanno subito le città di Barcellona, Lione, Torino, tanto per rimanere in tema di Corridoio V) che contagia anche le città e i territori dell’Asia ( Cina meridionale in primis) (27) con le loro peculiarità storiche, culturali e sociali ( i capitalismi) che si innervano con gli elementi universali del capitalismo.
Le città e i territori incorporano l’immagine del mondo funzionale all’impero americano e al suo progetto di strategia di dominio mondiale. La politica di potenza americana non è fondata soltanto sulla semplice espansione territoriale, ma è altresì fondata sulla diffusione della visione americana del mondo e si appoggia sull’esportazione e sull’imposizione di modelli esemplari, a partire appunto dal modello più vistoso e imponente, quello urbano ( così come è stato per gli imperi ateniese e romano).
[…] La strategia degli USA per l’allargamento della loro sfera di influenza ad Est dell’Europa si articola attraverso un diverso ruolo che la Nato si è dato dopo l’implosione sovietica. La Nato non ricopre più solo il ruolo militare con la militarizzazione territoriale e sociale italiana ed europea, ma anche quello politico ed economico, in “coordinamento” con le agenzie della governance mondiale ad egemonia americana.
Il problema che i corridoi multimodali transeuropei pongono, riguardano soprattutto l’autonomia e l’autodeterminazione delle nazioni (e di una Europa delle nazioni) che sappiano contrastare l’egemonia degli agenti strategici della potenza imperiale americana favorendo la fase multipolare dell’attuale crisi d’epoca.
Alla luce di quanto sta accadendo in queste ore in Ucraina e di quanto detto poc’anzi, riporto qui di seguito quali decisioni ha assunto l’Unione europea per migliorare i trasporti ferroviari di materiale militare sovradimensionato.
Venti di Guerra e Mobilita’ Militare europea: il ruolo della Torino-Lione.
Il Parlamento europeo:
1. ha approvato l’11 dicembre 2018 la Risoluzione sulla mobilità militare (2018/2156(INI)) pubblicata alle pagine 30-37 della Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 13 novembre 2020.
Alcuni passi della Risoluzione:
K. – considerando che l’UE è confrontata a sfide di carattere ibrido e multi-direzionale, provenienti in particolare dal Grande Nord, dall’oriente, dai Balcani e dal Sud/Mediterraneo; che un invio più rapido e agevole di mezzi e risorse lungo tali assi (Nord-Sud e Ovest-Est) potrebbe rivelarsi cruciale ai fini di una risposta credibile;
M. – considerando che la mobilità militare è un’azione concreta concepita per rispondere alle esigenze proprie dell’Unione in materia di sicurezza e di difesa e che si inserisce nel quadro della PSDC (Politica di Sicurezza e Difesa Comune);
Z. – considerando che …. vi è una capacità di carico insufficiente al trasporto su rotaie di materiale militare sovradimensionato;
18. il Parlamento europeo:
– è del parere che, al fine di ottimizzare l’uso dei fondi dell’UE, qualsiasi progetto di interesse comune in materia di trasporti finanziato dal MCE-CEF dovrebbe integrare, ove necessario, i requisiti della mobilità militare già nella fase di progettazione per evitare, in una fase successiva, un inutile ammodernamento delle infrastrutture e, pertanto, un uso antieconomico dei finanziamenti;
– ritiene che qualsiasi contributo proveniente dalla dotazione del MCE-CEF per la mobilità militare dovrebbe dare priorità, ove possibile, ai progetti multimodali, in quanto offrono le maggiori opportunità di duplice uso, nonché ai progetti transfrontalieri, poiché contribuiscono a ovviare ai collegamenti mancanti e alle strozzature esistenti, che oggi costituiscono i principali ostacoli fisici a una mobilità rapida e senza interruzioni, sia per i civili che per il trasferimento di truppe e di attrezzature militari pesanti;
Il punto che segue conferma l’orientamento del Parlamento Europeo a potenziare le sinergie tra le esigenze di difesa e della rete TEN-T, e quindi della Torino-Lione:
49. Il Parlamento europeo:
– sottolinea che la politica in materia di infrastrutture di trasporto offre una chiara opportunità per potenziare le sinergie tra le esigenze di difesa e la rete TEN-T, con l’obiettivo generale di migliorare la mobilità militare in tutta l’Unione, tenendo conto dell’equilibrio geografico e considerando i potenziali vantaggi per la protezione civile;
– insiste affinché le infrastrutture di trasporto nell’ambito delle tratte transeuropee della rete giudicate idonee a un duplice uso siano adattate rigorosamente in linea con il principio del “duplice uso”, onde soddisfare le esigenze civili e di difesa; invita la Commissione a mantenere la sua proposta originaria per il finanziamento della mobilità militare nel quadro del QFP 2021-2027;
L’Unione Europea è creta nelle mani della NATO.
L’assonanza tra i termini No Tav e No Vax è tutt’altro che causale. Indirettamente, e probabilmente senza esserne consapevoli, entrambi i movimenti si oppongono al processo di Anschluss dell’Europa da parte della NATO.
Rifletteteci un attimo e capirete che tutto rientra in un unico quadro egemonico.