LA COMETA PASSA QUANDO LO DICIAMO NOI
«Sfila via i fatti dalla realtà, ciò che resta è storytelling».
“Si può controllare lo storytelling ? […] Sì dovete credere nello storytelling perché lo storytelling genera fatti, è estremamente potente e a saperlo cavalcare fa di te una persona che sta nel grosso della corrente e nel centro del mondo.”
“[…] Hale-Bopp, sembra un nome inventato e invece erano i due astronomi semidilettanti che avvistarono per primi questa cometa che ad un certo punto, nel 1997, passò molto vicina alla terra […] tanto vicina che si poteva vedere come pochissime comete si possono vedere. C’era anche da dire che passava nel nostro cielo e sapevamo matematicamente che avremmo dovuto aspettare 4380 anni per rivederla.
Quindi i più svegli del mondo, quelli della rete, incominciarono ad interessarsi a ‘sta storia, […] e la cosa montò a poco a poco e cominciò ad affiorare questa cosa che mancava un mese, come era fatta, e perché… la cosa montò al punto tale da raggiungere i media quelli grossi, ufficiali, più solenni, quelli più maturi, quelli adulti ad esempio i giornali.
Al tempo lavoravo, ma anche adesso, per un giornale, italiano, quotidiano, Repubblica, […] Non il tipo di giornalismo che si faceva quando io ero piccolo…Quando io ero piccolo i giornali erano di una noia sconfortante. Questo è un giornalismo creato negli anni ’90 e uno di quelli che lo hanno inventato, non il solo, ma uno di quelli che lo hanno inventato era il mio direttore del giornale in quel momento. Quindi era uno che c’aveva l’istinto, c’aveva la velocità, proprio il senso, proprio il sentimento per l’aspetto narrativo del mondo. E’ lui con gli altri che hanno tirato fuori dalla cronaca del mondo il potere dello storytelling e delle storie…Un genio, a suo modo. E difatti quando sentì che alla gente piaceva questa storia della cometa (non era importante che piacesse a lui, lui faceva un giornale, però sentì che c’era una sensibilità, no ?) […] tirò su il telefono e telefonò a me, e mi disse […] eh sì bella sta cometa, bella cosa […] potresti andarla a vedere e fare un bel pezzo, di quelli tuoi, così un po’…da scrittore, così no…Erano gli anni ’90, adesso siamo più smaliziati, allora questo era ancora abbastanza…non dico rivoluzionario, ma era nuovo in un certo modo.
E lì era praticamente 4/5 giorni prima del giorno fatidico, che era il 24 Marzo che era il giorno della massima vicinanza della cometa. L’attesa per questa cometa era stata tale che alcune città più New Age di altre, avevano perfino deciso quel venerdì 24 Marzo, di spegnere una parte delle luci della città di modo che la gente con lo sguardo su vedesse in cielo passare senza troppo inquinamento di luci questa cometa.
Intere città che si oscuravano per la bellezza di vederla passare, il 24 Marzo.
Cosi quando il direttore mi disse ‘valla a vedere, scrivi un pezzo’, gli dissi ‘sì volentieri’ […] ok vado venerdì poi ti faccio il pezzo il giorno dopo, d’accordo, bello, no mi piace mi piace.
E sentii un lungo silenzio dall’altra parte del telefono…Ero anche stupito perché avevo detto di sì una volta tanto, perché spesso dicevo di no, ma avevo detto di sì…Di solito lui era entusiasta […] e poi sento lui che dice ‘beh un po’ tardino però’ […] ‘no io pensavo che potevi andare stasera a vederla’ erano tipo quattro giorni prima.
[…] ma io adesso non so […] e poi dico quella che mi sembra che un’argomentazione definitiva, per risolvere anche i miei problemi personali…e gli dico ‘ma insomma la cometa passa il 24 Marzo’. Ed ecco cosa mi rispose lui, un genio…Mi rispose ‘la cometa passa quando lo diciamo noi’.
Adesso detto così voi dite ‘ma chi è questo essere immondo’…No guarda, invece aveva capito esattamente. Io completamente smontato dopo una frase del genere dico ok hai vinto mio figlio non va a tennis. La sera alle 11 ero in collina fuori Torino a vedere questa roba piccolissima che si vedeva anche male ero nel nulla non c’era nessuno che la guardava, la gente pensava ad altro, c’era una macchina con una lucina, una stradina…
[…] Scrivo il pezzo e Repubblica esce effettivamente in anticipo sul giorno della cometa, cioè il giorno prima del giorno della cometa, ed esce con queste paginate bellissime in cui c’era anche il mio pezzo […] E quel giorno dato che poi i media si ispirano l’uno con l’altro, tu non potevi aprire il giornale che c’erano paginate sulla cometa, la cometa, la cometa…Quella sera tutti col naso su, a guardare la cometa.
Il giorno dopo, 24, giorno della cometa le città spengono la luce…La gente sacramenta dice ma cos’è sta storia che avete spento le luci, perché la cometa non esisteva già più se l’erano vista il giorno prima ‘la cometa passa quando lo diciamo noi’. Fatti senza sotrytelling non esistono. Se sai gestire lo storytelling puoi anche anticipare un fatto di un paio di giorni, ma anche di una settimana. Se sei molto bravo un mesetto prima guarderanno la cometa che non c’è neanche ma è come se la vedessero. Ma non perché sono scemi. No. Perché tu sei bravo in quella circostanza lì.”
Alessandro Baricco.