CREDERE, OBBEDIRE, RAZIONARE
Il puzzle è quasi completo; oramai hanno la situazione talmente in pugno che non tentano neanche più di dissimulare.
Stanno avanzando a tappe forzate.
Con il lasciapassare verde ci hanno di fatto obbligato a compiere il primo passo verso la cittadinanza condizionata. Poi arriverà la valuta digitale programmabile basata sull’impronta di carbonio; a quel punto potranno eliminare il contante e implementare un sistema di controllo di massa basato sui crediti sociali.
Visto che si tratta di un sistema di razionamento delle risorse tipico delle società in guerra, il meccanismo entrerà in vigore subito dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina.
Chi vive in collina lo vedrà come uno sforzo necessario per salvare il pianeta dalla catastrofe e l’Europa dalla mire espansionistiche di Putin; chi vive in pianura subirà la repressione e lo stigma di chi si vuole opporre per egoismo alla difesa della salute collettiva.
Vi ricorda qualcosa?
Bravi.
Infatti in questi mesi ci stanno preparando proprio a questo.
Basta sostituire i termini e tutto vi apparirà più chiaro.
L’articolo che segue vi spiega anche il motivo per il quale la Svezia si sia potuta permettere una risposta diversa alla pandemia.
Do Black, la carta di credito che ti dice quanto inquini (e ti blocca le spese se esageri).
L’ambiente è un tema sempre più sentito da un numero crescente di persone. Ma forse non tutti sanno che il destino del mondo in cui viviamo dipende anche da come ci comportiamo in quanto consumatori e dagli acquisti che facciamo. In altre parole, le nostre spese incidono notevolmente sulle condizioni climatiche del pianeta. Ed è per questo che la startup fintech Doconomy, fondata in Svezia nel 2018 da Johan Pihl e Mathias Wikström, ha creato la prima carta di credito che traccia le emissioni di anidride carbonica (la principale causa del cambiamento climatico) associate ai beni e ai servizi acquistati dal suo proprietario e ne blocca le spese quando raggiunge un certo livello di emissioni. «Ci siamo resi conto che limitare la possibilità di eseguire transazioni è una scelta estrema… Ma è la soluzione più chiara per illustrare la gravità della situazione in cui ci troviamo», ha spiegato Pihl. «Dobbiamo affrontare il modo in cui i consumi impattano sul nostro pianeta».
Obiettivo 2030.La carta in questione si chiama Do Black e il limite è basato su un calcolo, diverso da Paese a Paese, di quanta anidride ogni cittadino può emettere per rimanere in linea con l’obiettivo di dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030. Ne esiste anche una versione meno drastica, Do, che si limita a ricordare al proprio detentore quanto sta inquinando con i suoi acquisti. Entrambe le tipologie di carta, realizzate in collaborazione con MasterCard e con il segretariato della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, sono fatte di materiali di origine biologica e stampate con Air Ink (inchiostro realizzato con la fuliggine di carbone prodotta dallo scarico delle automobili) e saranno disponibili entro il 2019.
Il calcolo delle emissioni. La carta di credito funziona insieme a un’apposita applicazione, Do. L’app in questione misura la CO2 prodotta da ogni transazione attraverso un sistema di calcolo chiamato Åland Index, consente agli utenti di tenere sott’occhio le emissioni associate alle proprie spese e – nel caso di Do Black – anche di stabilire un limite all’impatto climatico dei loro acquisti. Inizialmente, i dati utilizzati per calcolare l’impatto di ogni transazione saranno imprecisi: il sistema estrae il codice di categoria di un commerciante che lo classifica come un particolare tipo di negozio; quindi esegue un calcolo basato sull’impronta di carbonio (parametro che misura la somma delle emissioni di gas serra causate, in modo diretto ed indiretto, da una persona, un’organizzazione o un prodotto) generica di quella determinata industria.
L’intento educativo. Coloro che aderiranno a Do avranno accesso a un conto di risparmio gratuito che li aiuterà a capire la composizione della loro impronta di carbonio, a conoscere progetti di compensazione climatica certificati dall’Onu e a scoprire fondi di investimento con un impatto positivo sulle persone e sul pianeta. I titolari di carte Do saranno inoltre invitati a compensare il loro impatto ambientale attraverso donazioni in favore di o la partecipazione a progetti che soddisfino i criteri dei progetti verdi certificati dalle Nazioni Unite. «Si tratta di uno sforzo molto educativo più che di qualsiasi altra cosa», ha commentato Wikström. «Le persone esclameranno “Oh, quindi vuoi che smetta di spendere?”. No, non necessariamente. Voglio che inizino a capire».
I premi finanziari. Per di più, gli utenti che si mostreranno rispettosi per l’ambiente riceveranno premi finanziari: i proprietari di Do, infatti, potranno ricevere rimborsi – noti anche come “crediti Do” – da negozi collegati in base all’impatto ecologico dei loro acquisti; tali rimborsi potranno quindi essere indirizzati a progetti di compensazione delle emissioni di anidride carbonica certificati dall’Onu o investiti in fondi sostenibili.
Uno strumento radicale. Certo, i consumatori non possono risolvere il problema del cambiamento climatico soltanto attraverso i loro portafogli. Ma quello della scelta di come spendere i propri soldi è sicuramente un importante terreno d’azione a livello ecologico. In Svezia, ad esempio, il 60% dell’impronta di carbonio di ogni persona è legata ai suoi consumi. Su vasta scala, i cambiamenti nelle abitudini di acquisto possono davvero fare la differenza. «È uno strumento molto tangibile per chiunque voglia capire in che modo fare la differenza», ha affermato Wikström. «Ed è uno strumento radicale, ma lo è anche ridurre le emissioni di CO2 del 50% entro il 2030».
Addendum 1: Valuta digitale programmabile – La prossima fase della Nuova Normalità.
Lo scopo finale della guerra al contante: sostituirlo con una valuta virtuale progammabile totalmente controllata dallo stato.
Valuta digitale programmabile – La prossima fase della Nuova Normalità
Addendum 2: […] In questo contesto, l’introduzione delle quote personali di carbonio (PCA), una proposta di politica di mitigazione sviluppata negli anni ’90, è matura per una rivisitazione. Questa politica mira a collegare l’azione personale con gli obiettivi globali di riduzione del carbonio. Uno schema PCA comporterebbe che tutti gli adulti ricevano un’indennità di carbonio uguale e negoziabile che si riduce nel tempo in linea con gli obiettivi nazionali. Nel suo progetto originale, l’indennità potrebbe coprire circa il 40% delle emissioni di carbonio legate all’energia nei paesi ad alto reddito, comprese le emissioni di carbonio degli individui relative a viaggi, riscaldamento degli ambienti, riscaldamento dell’acqua ed elettricità. Si prevedeva che le indennità venissero detratte dal budget personale ad ogni pagamento di carburante per il trasporto, combustibili per riscaldamento domestico e bollette elettriche. Le persone in carenza sarebbero in grado di acquistare unità aggiuntive nel mercato del carbonio personale da quelle con eccesso da vendere. Nuove e più ambiziose proposte dell’APC includono emissioni a livello di economia, che comprendono cibo, servizi e emissioni di carbonio legate al consumo, per esempio.
Consiglio vivamente la lettura integrale dell’articolo (in inglese), anche se turberà i vostri sonni.
Di seguito un passaggio tratto dal volume
CHE TEMPO FARÀ: FALSI ALLARMISMI E MENZOGNE SUL CLIMA.
di Riccardo Cascioli e Antonio Gaspari.
Piemme – 1ª edizione 2008.
Hanno previsto praticamente tutto, tranne l’arrivo del testimonial della finanza globalista in bianco.